Sfuggente felicità

Ho passato giorni con la testa fra mani, tanto che ho l’arrogante convinzione di sapere il numero esatto dei bulbi piliferi del mio cuoio capelluto.

Ho passato giorni in cui ho venerato gli occhiali da sole maledicendo la luce.

Ho passato ore interminabili, minuti che sembravano anni.

Ho sfogliato le mie vecchie abitudini ed ho chiuso quel faldone frettolosamente.

Ho passato giorni in cui ho pensato d’esser matta, inadeguata o troppo lenta per questo mondo.

Ho guardato i miei occhi, e non ho visto niente di più in quello specchio.

Ho mangiato poco, bevuto tanto e fumato un chilometro di sigarette.

Mi sono addormentata sempre più tardi dallo sfinimento e svegliata sempre prima dalla voglia di riscossa.

Ho riempito la mia vita di presenze, che poi quando dovevano esserci si sono rivelate assenze,ma l’assente principale ero io.

Sono stata altruista e ferocemente egoista, non capendo più quale fosse la mia strada.

Poi un giorno mi son fermata. Mi son presa un numero superfluo di periodi di rotazione terresti e mi sono ritrovata.

Forse ero rimasta ferma lì, a quell’incrocio tra chi volevo essere e chi realmente ero.

Forse la felicità è tutta qui, in questi cinquantina di metri quadrati ed in un libro che racconta d’amore.

Forse la felicità, proprio come tutti gli animali selvatici, esce dalla tana quando sente di non essere osservata o spiata, quando si sente al sicuro e in grado di potersi fidare.

Alla fine sono arrivata alla conclusione che la mia gioia sta in un gelato con ilq mio amico Beppe, in una cena con Martina e Chiara, in una giornata con mia madre, in un sorriso limpido e puro di Carlotta, nella musica a tutto volume, in un’espressione compiaciuta delle persone che hanno creduto in me e che non si sono sbagliate, in un trasloco a Luglio ed in un nuovo lavoro a Settembre.

Perché il problema reale sta nella difficoltà nell’essere buoni con se stessi, nel concedersi lo spazio di un errore, nel concedersi lo spazio di una debolezza.

Perché il problema reale siamo noi stessi, ed anche quando riusciremo a risolverci troveremo comunque un altro modo per complicarci la vita.

Perché intendiamoci, vivere una vita senza complicazioni è un po’ come non godersela, o peggio ancora non viversela per niente.

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